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Del hadīth «Dovete seguire la mia Sunna e la Sunna dei miei diretti Successori Benguidati dopo di me». Repliche agli Sciiti.


di G. F. Haddad

[Parte 1 di 3]


Un hadīth autentico del Profeta – Allāh lo Benedica e doni la Pace a lui, alla sua Famiglia e ai suoi Compagni! – con valore istitutivo afferma: «Dovete seguire la mia Sunna e la Sunna dei miei diretti Successori Benguidati dopo di me».

Lo status di Sunna di quanto i Successori Benguidati (khulafā' rāshidūn) stabilirono come Sunna è sancito per effetto di numerosi hadīth del Profeta – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – tra i quali i seguenti:

1. «Dovete seguire la mia Sunna e la Sunna dei miei diretti Successori Benguidati dopo di me» (si vedano la documentazione e la discussione che seguono).

2. «La mia Comunità si dividerà in settantatré sette; tutte queste andranno all'Inferno eccetto una: quella di coloro che seguono ciò che seguiamo io ed i miei Compagni». [A]

3. «Prendete come vostre guide i due che verranno dopo di me: Abū Bakr e ʿUmar» (si vedano la documentazione e la discussione presenti nella seconda parte di questo studio).

4. Il Profeta disse per tre volte: «Se obbediranno ad Abū Bakr e ʿUmar seguiranno la giusta direzione». [1].

5. «Vi sarà fra di voi la Profezia e in seguito ci sarà la Successione sul modello della profezia» (si vedano la documentazione e la discussione presenti nella seconda parte di questo studio).

6. Alla donna che disse: «Oh Inviato di Allāh! Che farò se al mio ritorno non dovessi più trovarti? (essa si riferiva alla morte)?», il Profeta – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – rispose: «Allora vai da Abū Bakr». [2]

7. All'uomo che disse: «Oh Inviato di Allāh! Ho visto in sogno come se una bilancia scendesse dal cielo, nella quale fosti pesato tu da una parte e Abū Bakr dall'altra e lo superasti di peso, poi Abū Bakr venne pesato insieme ad ʿUmar e lo superò di peso, ed in seguito ʿUmar venne pesato insieme ad ʿUthmān e lo superò di peso, e infine la bilancia venne risollevata». Il Profeta – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – disse: «La Successione della Profezia (khilāfa al-nubuwwa)! Poi Allāh darà la sovranità a chiunque Egli vorrà» (si vedano la documentazione e la discussione presenti nella seconda parte di questo studio).

Il primo hadīth che compare nell'elenco sopracitato è parte di un hadīth più lungo che viene trasmesso come di seguito: «Al-ʿIrbād ibn Sāriya ha detto: "L'Inviato di Allāh – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – quel giorno pregò in mezzo a noi, poi si volse verso di noi e ci ammonì con tale intensità che i nostri occhi lacrimarono e i nostri cuori tremarono. Un uomo disse: ʿOh Inviato di Allāh! Questi sembrano gli ammonimenti di chi sta per lasciarci, perciò quale promessa solenne ci chiedi?'. Il Profeta rispose: ʿVi esorto a temere Allāh – l'Altissimo e l'Esaltato! Vi esorto ad ascoltare ed obbedire, quand'anche la vostra guida fosse un nero abissino! Ecco! Chiunque di voi vivrà a lungo dopo di me vedrà grandi divisioni. Dovete seguire la mia Sunna e la Sunna dei miei diretti Successori Benguidati dopo di me. Aggrappatevi ad essa con fermezza, fatevi presa con i vostri denti! Guardatevi dalle novità. Ogni novità è un'innovazione, ed ogni innovazione è traviamento». [3] [B]

Alcune versioni [di questa tradizione] riportano la formulazione di Ibn Mandah che riportiamo di seguito, la quale inizia con le parole: «Vi lascio su di una strada che è chiara quanto il giorno». Altre versioni aggiungono: wa innamā al-mu'minu ka-l-jamali al-anīfī haythu qida inqada, che significa: «Il credente altro non è che un docile cammello che si lascia condurre ovunque lo conducano». [4]

Stabilire che l'ordine di seguire la Sunna del Profeta – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – costituisce un elemento di prova è equivalente allo stabilire che costituiscono elemento di prova tutti gli altri tipi di sunna, quali la Sunna verbale (al-sunna al-qawliyya), la Sunna delle azioni (al-sunna al-fiʿliyya), e la Sunna mediante tacita approvazione (al-sunna al-taqririyya) definitivamente e per sempre [5].

Ibn Mandah (m. 395) ha detto: «Quando Allāh completò e consolidò la sua religione, esaudendo per il Suo Profeta – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – quanto Egli gli aveva promesso, ed Egli lo informò della sua morte imminente, Egli gli rivelò il verso: "Oggi ho perfezionato per voi la vostra religione, e ho completato per voi il Mio favore” (Cor., 5:3). In quel momento il Profeta – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – comprese che la sua vita era vicina al termine, e chiese ai suoi Compagni (durante il suo Pellegrinaggio dell'Addio): "Vi ho trasmesso il Messaggio?”. A questo i Compagni risposero di sì. Allora egli disse: "Oh Allāh! Siine Testimone [6]”. Quindi disse: "Che ogni testimone tra voi informi coloro che erano assenti”. [7] Ed egli ha detto (in un'altra occasione): "Vi lascio su di un cammino che è chiaro come il giorno, che sia giorno o che sia notte! Dopo di me, nessuno devierà da esso eccetto colui che è destinato alla perdizione. Ed chiunque tra voi vivrà vedrà grandi divisioni. In quel tempo voi dovrete seguire tutto ciò che conoscete della mia Sunna e della Sunna dei miei diretti Successori Benguidati. Voi dovrete obbedire, anche se questo significasse obbedire ad uno schiavo abissino. Aggrappatevi ad essa fermamente, afferrandola con i vostri denti!”». [8]

[fine della prima parte]



Note dell'Autore

[1] Trasmesso da Abū Qatāda, riportato da Muslim, "Sahīh”, Ahmad, "Musnad”, Abū ʿAwana, "Musnad”, 2:259, al-Bayhāqī, "Al-iʿtiqād”, p. 340 e "Al-madkhal”, p. 122; da al-Faryabī e Abū Nuʿaym, "Dala'il al-nubuwwa”, e il maestro di hadīth ʿAli ibn al-Jaʿd (m. 230), "Musnad”, p. 450, che nel "Siyār venne definito da al-Dhahabī, 9:165 #1690, con l'espressione «al-Imām al-Hāfiz al-Hujja»!

[2] Trasmesso da Jubayr Ibn Mutʿim, riportato da al-Bukhārī e Muslim.

[3] Trasmesso da al-ʿIrbad ibn Sariya [C]; viene riportato da al-Tirmidhi, "Sunan” [Kitāb al-ʿilm, cap. 16, hadīth n. 2676 (o, con altro riferimento, 2678) (5/44)], che lo ha giudicato hasan sahīh, con quattro linee di trasmissione; da Abū Dawūd, ["Sunan”, Kitāb al-sunna, n. 4607 (5/13) (o, con altro riferimento, libro 40, n. 4590)]; da Ibn Mājah, ["Sunan”, n. 43] con due linee di trasmissione; da Ahmad, "Musnad”, 13:278-280 #17077-17080 [o, con altro riferimento, 4/126-127; e anche 16519], che secondo Ibn Rajab lo ha dichiarato sahīh, con quattro linee di trasmissione, sahīh secondo Hamza al-Zayn; da al-Darimī, "Sunan”, [n. 96 (1/43) (o, con altro riferimento, 46)]; da Ibn Hibbān, "Sahīh”, 1:178-179 #5, sahīh secondo Shuʿayb al-Arna'ūt; da al-Hakim, "Al-madkhal ilā al-sahīh”, p. 80-81, e "Al-mustadrak” con cinque linee di trasmissione, 1:95-97=1990 ed. 1:174-177, dichiarandolo sahīh e al-Dhahabī lo conferma; da al-Ajurrī, "Al-sharīʿa”, p. 54-55 #79-82=p. 46, con quattro linee di trasmissione, sahīh secondo ʿAbd al-Razzāq al-Mahdī; da Ibn Abī ʿAsim, "Al-sunna”, p. 29 #54, sahīh secondo Nāsir al-Albanī; da al-Tahāwī, "Mushkil al-athar”, 2:69=3:221-224 #1185-1187, sahīh secondo al-Arna'ūt; da Muhammad ibn Nasr al-Marwazī in "Al-sunna”, p. 26-27 #69-72, con quattro linee di trasmissione, sahīh secondo Salim ibn Ahmad al-Salafī; da al-Hārith ibn Abī Usāma, "Musnad”, 1:197-198; da al-Ruyanī, "Musnad”, 1:439; da Abū Nuʿaym, "Hilya al-awliyā'”, 1985 ed. 5:220-221, 10:115, che ha detto "Tra i hadīth sahīh della gente di Siria”; al-Tabarānī, con numerose linee di trasmissione, "Musnad al-shāmiyyin”, 1:254, 1:402, 1:446, 2:197, 2:298 e "Al-muʿjam al-kabīr”, 18:245-257; al-Bayhāqī, "Al-sunan al-kubrā”, 10:114, "Al-madkhal ilā al-sunan”, p. 115-116, "Al-iʿtiqād”, p. 229, e "Shuʿab al-īmān”, 6:67; da al-Baghawī, "Sharh al-sunna”, #102; da Ibn al-Athīr, "Jāmiʿ al-usūl”, 1:187, 1:279; da al-Lālikā'ī, "Sharh usūl iʿtiqād ahl al-sunna”, 1:74-75; da Ibn ʿAsākīr, "Al-arbaʿīn al-buldaniyya”, p. 121; da Tammām al-Rāzī, "Al-fawā'id”, 1:98, 1:154; da al-Danī, "Al-sunan al-warida fī al-fitan”, 2:373-375 #123-124; da Ibn ʿAbd al-Barr, "Al-tamhīd”, 21:278-279; da al-Khatīb, "Al-kifāya”, p. 344, e "Mudīh awhām al-jamʿ wa al-tafrīq”, 2:489; da al-Haythamī, "Mawārid al-zam'an”, p. 56; e da altri. Questo è il primo hadīth che trasmette Ibn Hibbān nel "Al-thiqat”, ed è il hadīth #28 nella raccolta di al-Nawawī, "Al-arbaʿīn”. [D]

[4] Riportato da Ibn Mājah, "Sunan” [n. 43], Ahmad, "Musnad” [4:126], al-Hakim, "Al-mustadrak”, 1:96=1990, al-Tabarānī, "Al-kabīr”, 18:247, al-Bayhāqī, "Al-madkhal”, p. 116, e al-Lālikā'ī, 1:74.

[5] Si vedano in proposito gli articoli di G.F. Haddad intitolati "The Meaning of Sunna” e < "The Meaning of Bidʿa” > , presenti < rispettivamente agli indirizzi >.

[6] Trasmesso da Abū Bakrah al-Thaqafī, Ibn ʿUmar, Ibn Masʿūd, e Jābir da Bukhārī, Muslim, Abū Dawūd, Ibn Mājah, Ahmad, e al-Darīmī.

[7] Trasmesso da Abū Bakrah, riportato da Ibn Mājah, "Sunan”, e Ibn ʿAbd al-Barr nel "Jāmiʿ bayān al-ʿilm”, 1:182-184 #192-194, con tre linee di trasmissione, due delle quali sahīh; e anche, come parte di una trasmissione più lunga, da Bukhārī, Muslim, Ahmad e al-Darīmī. Trasmesso anche da ʿUbāda ibn al-Samit, riportato da al-Tabarānī, "Al-kabīr”, con una catena di trasmettitori autentici come stabilito da al-Haythamī, "Majmaʿ al-zawā'id”, 1:139. La seconda sentenza è trasmessa senza la prima da ʿAbd Allāh ibn ʿAmr, riportato da Ibn ʿAbd al-Barr, "Jāmiʿ bayān al-ʿilm”, 1:190 #200, con una catena molto debole in virtù della presenza di ʿAbd al-ʿAziz ibn ʿUbayd Allāh.

[8] Ibn Mandah, "Fadl al-akhbār”, p. 25.

Note del traduttore

Alcune brevi aggiunte, racchiuse tra parentesi quadre, sono state integrate direttamente nel testo.

[A] Un hadīth trasmesso con numerose linee di trasmissione afferma che l'Inviato di Allāh – Allāh lo Benedica e gli doni la Pace! – ha detto: «Accadrà alla mia Comunità esattamente quello che accadde ai Bānū Isrā'īl, così come si rassomigliano un paio di sandali. Tanto che se uno di loro ha commesso apertamente un rapporto incestuoso con la madre, allora vi sarà qualcuno che farà questo nella mia Comunità. Certamente i Bānū Isrā'īl si divisero in settantadue gruppi e la mia Comunità si dividerà in settantatré gruppi, tutti quanti nel Fuoco eccetto uno». Chiesero: «Chi sono, oh Inviato di Allāh?». Egli rispose: «Coloro che seguono la mia via e quella dei miei Compagni». Trasmesso da ʿAbd Allāh ibn ʿAmr; riportato da al-Tirmidhī, n. 2641 [o, con altro riferimenti, 2643 e 2792], che lo ha classificato hasan gharīb, da Muhammad ibn Nasr al-Marwazī nel "al-Sunna”, p. 23 [n. 62], e da al-Hakim (1:129=1990 ed. 1:218), tutti con una debole linea di trasmissione a causa della sua formulazione che ci giunge solamente attraverso ʿAbd al-Rahmān ibn Ziyād al-Afriqī, il quale viene dichiarato debole da alcuni studiosi, ma autentico da altri relativamente alle trasmissioni. Tuttavia, al-Lālikā'ī ha dichiarato questo hadīth autentico (sahīh) nel suo "Sharh usūl iʿtiqād ahl al-sunna”, 1, 100 [n. 147], ed esso venne incluso – insieme alle sue varianti - da al-Kattanī nel suo "Nazm al-Mutanāthir”, p. 45-47. La seconda parte del hadīth inizia con le parole «Certamente i Bānū Isrā'īl si divisero...» viene spesso citata come una trasmissione a se stante ed è il soggetto di una monografia di al-Sanʿanī. Inoltre: il hadīth viene riportato anche da altri autori importanti e famosi quali Ibn Waddāh, "Al-bid‘a”, p.85, al-Ajurrī, "Al-sharī‘a”, p.15, e "Al-arba‘īn”, Ibn al-Jawzī, "Talbīs Iblīs”, p.16, al-‘Uqaylī, "Al-du‘afā'”, 2, 262, dal hadīth di ‘Abdullāh ibn ‘Amr.

[B] Diamo una differente traduzione che troviamo migliore rispetto a quella dell'originale inglese: «L'Inviato di Dio ci tenne un'ammonizione efficace, dalla quale furono intimoriti i cuori, e ne lacrimarono gli occhi; e chiedemmo: "Inviato di Dio, è come se questa fosse l'ammonizione di uno che ci dice addio: facci le tue raccomandazioni”. Disse: "Vi raccomando il devoto timore di Dio, e l'ascoltare e l'obbedire, foss'anche uno schiavo abissino ad avere autorità sopra di voi; chi di voi vivrà vedrà molte discordie, e sarà vostro dovere attenervi alla mia Sunna e a quella dei Vicari ben diretti, condotti sulla retta via: afferratevi ad essa saldamente [lett.: con i denti]. Ogni difformità è innovazione e ogni innovazione è traviamento”».

[C] Abū Najīh al-Irbād bin Sāriyah al-Salamī, visse a Hims, città della Siria centrale. Morì a settanta anni.

[D] Compare anche in Nawawī, "Riyād al-sālihīn”, trad. italiana a c. di A. Scarabel, "Il Giardino dei Devoti. Detti e fatti del profeta Muhammad”, S.I.T.I. - Società Italiana Testi Islamici, Trieste, 1990 (successivamente ristampato a Imperia dalle Edizioni Al-Hikma), Libro I, Capitolo 16, hadīth n. 159 (16.2), p. 65. Si veda anche la pregevole e dettagliata spiegazione di questo hadīth che compare nel "Jāmiʿ al-ʿulūm wa al-hikām”, di al-Hāfiz Ibn Rajab al-Hanbalī, di seguito parzialmente riprodotta dall'Autore del presente studio. Aggiungiamo infine che questo hadīth è stato autenticato da al-Hāfiz Ibn Hajar, "Takhrīj ahādīth mukhtasar ibn al-Hājib”, 1/137.

[Parte 2 di 3]

Nel suo capolavoro intitolato "Jāmiʿ al-ʿulūm wa al-hikam” (2:43-49), il Maestro hanbalita di scienza del "hadīth” Ibn Rajab [al-Hanbalī al-Baghdādī, n.d.t.] disse a commento di questo "hadīth”: «Per quanto riguarda la tradizione del Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace!: "Certamente chiunque di voi vivrà a lungo dopo di me vedrà grandi divisioni. Dovete seguire la mia Sunna e la Sunna dei miei diretti Successori Benguidati dopo di me. Aggrappatevi ad essa con fermezza, fatevi presa con i vostri denti!”, dicendo questo egli – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – ci ha informati di quanto accadde alla sua Comunità dopo la sua dipartita in termini di grandi divergenze sia per quanto riguarda i fondamenti della Religione che le sue branche, nelle opere, nelle parole e nelle dottrine. Questo concorda con quanto viene riportato da lui in merito alla divisione della sua Comunità in 73 sette, le quali finiranno tutte all'Inferno eccetto una, quella che rimarrà salda nella via tracciata da lui e dai suoi Compagni. [1] Quindi, in questo "hadīth” egli ha ordinato che quando giungeranno le divisioni e le divergenze, noi dovremo attenerci alla sua Sunna e alla Sunna dei suoi Successori Benguidati dopo di lui».

La parola "sunna” indica la via che viene percorsa (al-tarīq al-maslūk), la quale comporta il seguire tutto ciò che egli e i suoi Successori Benguidati consideravano corretto in fatto di dottrine, opere e parole. Questa è la Sunna completa e perfetta, e questa è la ragione per la quale i nostri antichi Predecessori (salaf) erano restii ad applicare questo termine a qualunque cosa non la riguardasse strettamente. Questo significato [del termine "sunna”, n.d.t.] è stato riferito da al-Hasan [al-Basrī], al-Awzā'ī e al-Fudayl ibn ʿIyād. Molti tra i Sapienti (ʿulamā') posteriori applicarono specificatamente il termine "sunna” a quanto riguardava la dottrina. [2] Quindi la Sunna costituisce la radice della Religione, e chiunque contravviene ad essa è in grande pericolo.

Nel dire le parole «dovete seguire…» subito dopo aver ordinato di ascoltare e obbedire coloro che ci governano [lett. «detengono il comando»], il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – ci indica che nessuna obbedienza è dovuta a chi ci governa in ciò che non è conforme all'obbedienza che dobbiamo ad Allāh l'Altissimo e Glorificato, così come viene autenticamente riportato da lui – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – che egli disse: «L'obbedienza sta solo nelle cose buone ». [3] Viene riportato nel "Musnadda Anas che Muʿādh ibn Jabal disse: «Oh Inviato di Allāh, come dici [dovremmo comportarci, n.d.t.] di fronte ai nostri governanti, se essi non seguono la tua Sunna (la yastannūna bi-sunnatik), né seguono i tuoi comandi? Come ci ordini di comportarci con loro?». L'Inviato di Allāh – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – rispose: «Nessuna obbedienza [è dovuta, n.d.t.] a coloro che non obbediscono ad Allāh l'Altissimo e Glorificato». [4] Ibn Mājah riporta da Ibn Masʿūd – Allāh sia soddisfatto di lui! – che il l'Inviato di Allāh – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – disse: «Dopo di me, le vostre faccende saranno regolate da uomini che estingueranno la Sunna con l'innovazione e che praticheranno l'innovazione. Essi ritarderanno il tempo della preghiera». Ibn Masʿūd disse: «Oh Inviato di Allāh, come mi dovrò comportare se dovessi vederli?». Egli rispose: «Nessuna obbedienza [è dovuta, n.d.t.] a coloro che non obbediscono ad Allāh l'Altissimo e Glorificato». [5]

Nella sequenza che vede l'ordine profetico di seguire la sua Sunna e la Sunna dei Successori Benguidati venire dopo l'ordine di ascoltare e obbedire i governanti in generale, vi è una prova di come la Sunna dei Successori Benguidati debba essere seguita proprio come la Sunna dello stesso Profeta, contrariamente a quanto accade per gli altri governanti.

Nel "Musnad” di Ahmad e in al-Tirmidhī è riportato da Hudhayfa – Allāh sia soddisfatto di lui!: «Eravamo seduti con il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – quando egli disse: "In verità, non so quanto tempo resterò fra di voi. Quindi sceglietevi per vostri capi i due che verranno dopo di me”, [indicando] [6] Abū Bakr [7] e ʿUmar, [8] "e attenetevi strettamente al patto con di ʿAmmār [Ibn Yasīr], [9] [10] e credete a quello che vi dirà Ibn Masʿūd”». [11] Un'altra tradizione riporta: «Attenetevi strettamente al patto con Ibn Umm ʿAbd [Ibn Masʿūd] [12] e seguite la guida di ʿAmmār». [13]

L'Inviato di Allāh – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – ha dunque decretato esplicitamente (nassa) verso la fine della sua vita coloro che si sarebbero dovuti seguire come capi dopo di lui. [14] I Califfi Benguidati che il Profeta ordinò alla gente di prendere come capi sono Abū Bakr, ʿUmar, ʿUthmān e ʿAlī , in virtù di quanto riportato nel "hadīth” tramandato da Safīna [15], la quale ha riferito che il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – disse: "La Successione (khilāfa) dopo di me durerà trent'anni. Dopo di essa, vi sarà il potere regale”. [16] L'Imām Ahmad dichiarò autentica questa tradizione e la addusse come prova del Califfato dei Quattro Imām. [17] Numerosi Imām hanno convenuto che anche ʿUmar ibn ʿAbd al-ʿAzīz fu un Successore [Califfo, n.d.t.] Benguidato. [A]

Un'altra prova [del seguire la Sunna dei Successori Benguidati] è ciò che l'Imām Ahmad riportò da quanto Hudhayfa – Allāh sia soddisfatto di lui! – trasmise dal Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – che disse: «La Profezia (nubuwwa) starà fra di voi per il tempo che Allāh vorrà che essa resti fra di voi. Poi, quando Allāh vorrà, essa sarà portata via. In seguito vi sarà, per il tempo che Allāh vorrà, la Successione sulla Via della Profezia (khilāfa ʿalā minhāj al-nubuwwa). Poi, quando Allāh vorrà, anch'essa sarà portata via. Verrà allora una monarchia preparatoria (mulkan ʿaddan) per tutto il tempo che Allāh vorrà che essa resti. Anch'essa, quando Allāh lo vorrà, verrà poi portata via. Infine vi sarà una monarchia tirannica (mulkan jabriyyatan) per tutto il tempo che Allāh lo desidererà. Dopo di essa vi sarà la Successione sul cammino della Profezia». [18]

Un uomo andò a visitare ʿUmar ibn ʿAbd al-ʿAzīz quando costui divenne Califfo, e gli narrò questa tradizione. ʿUmar fu felice di sentirla.

Muhammad ibn Sīrīn, interrogato a proposito di certe bevande, avrebbe detto: «Un Imām Benguidato le proibì, ʿUmar ibn ʿAbd al-ʿAzīz – Allāh sia soddisfatto di lui!». [19]

I Sapienti (ʿulamā') differivano in merito al consenso dei Quattro Califfi: esso costituisce il Consenso [cioè dell'intera Comunità] o semplicemente una prova autorevole (hujja), e trova esso applicazione se altri Compagni differiscono da loro o solo quando non vi è divergenza? A questo proposito vengono riportate due opinioni dell'Imām Ahmad. Abū Khāzim al-Hanafī nell'epoca di al-Muʿtadīd si espresse a favore dello statuto di erede dei parenti materni, senza dare peso a chiunque differisse dai [Quattro] Califfi, e questa sua opinione legale venne ampiamente supportata [da altri Sapienti, n.d.t.].

Che accade se uno dei Quattro Califfi assume una certa posizione [nel suo "ijtihād”] sulla quale non è contraddetto da nessuno degli altri tre, ma da altri fra i Compagni: la posizione del Califfo ha la precedenza su quella degli altri Compagni? Anche qui, i Sapienti hanno due diverse risposte sull'argomento. Ahmad ha testualmente stabilito che la posizione del Califfo ha la precedenza su quella degli altri Compagni. Anche al-Khattābī e altri sono di questo parere.

Le affermazioni di molti fra i Predecessori (salaf) confermano questa posizione, in particolare per quanto riguarda ʿUmar ibn al-Khattāb – Allāh sia soddisfatto di lui! Questo perché si tramanda con diverse catene di trasmissione che il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – disse: «Allāh ha inciso la verità nella lingua e nel cuore di ʿUmar». [20] ʿAbd al-ʿAzīz ibn ʿUmar era solito seguire le regole stabilite da ʿUmar, portando come prova questo "hadīth” profetico.

Mālik riporta che ʿUmar ibn ʿAbd al-ʿAzīz disse: «L'Inviato di Allāh – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – e coloro che dopo di lui ebbero l'autorità istituirono delle vie (sanna sunan). [B] Aderire a queste vie significa aderire strettamente al Libro di Allāh e acquisire potenza per stabilire la Religione di Allāh. Non è prerogativa di nessuno il sostituire, il modificare, o l'investigare alcuna di queste vie. Chiunque è guidato da esse è benguidato. Chiunque le cerca per conseguire la vittoria, la realizzerà. Chiunque le abbandonerà per seguire la via di altri che i musulmani, Allāh l'Altissimo e Glorificato lo abbandonerà a ciò che ha preso per sé stesso e che lo porterà a bruciare nel Fuoco dell'Inferno. Che infelice destinazione!» [un riferimento al verso che dice: "E quanto a colui che si oppone (yushāqiq) [C] all'Inviato dopo che gli si sia manifestata la Guida (di Allāh) (tabayyana lahu al-hudā), e segue una via che non è quella dei credenti, stabiliremo per lui ciò verso cui si è rivolto (nuwallihi mā tawallā), e che lo porterà a bruciare nel Fuoco dell'Inferno. Che infelice destinazione! (wasā'at masīra)” (Cor., 4:115)]. [21]

ʿAbd Allāh ibn al-Hakam ha trasmesso da Mālik che costui disse: «Mi piace il modo con cui ʿUmar [ibn ʿAbd al-ʿAzīz] ha risolto tale questione». Infatti, ʿAbd al-Rahmān ibn Mahdī riportò queste parole direttamente da Mālik, non da ʿUmar. Khalaf ibn Khalīfa disse: «Ho visto ʿUmar ibn ʿAbd al-ʿAzīz predicare al popolo quando egli era Califfo, e dire nel suo sermone: "In verità ciò che è stato istituito dal Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – e dai suoi due Compagni è un dovere religioso. Noi lo mettiamo in pratica e lo consideriamo conclusivo”». [22]

Abū Nuʿaym ha riferito da ʿArzab al-Kindī che l'Inviato di Allāh – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – disse: «Dopo di me sorgeranno nuove questioni, quindi sforzatevi di seguire (ijtahidū ilā an talzamū) quanto di nuovo farà ʿUmar (mā ahdatha ʿUmar)». [23] ʿAlī – Allāh sia soddisfatto di lui! – era solito seguire il giudizio e le norme stabilite da ʿUmar, dicendo: «In verità ʿUmar ha seguito la giusta strada (kāna rashīd al-amr)». [24] Similmente, al-Ashʿath ha trasmesso da al-Shaʿbī che egli disse: «Se il popolo differisce su qualcosa, osservate qual è il giudizio di ʿUmar su quell'argomento. Poiché ʿUmar non emette un giudizio su qualcosa che non ha precedenti senza essersi prima consultato con gli altri». [25] Mujāhid disse: «Se il popolo differisce su qualcosa, guardate qual è in merito il giudizio di ʿUmar». Ayyūb ha trasmesso da al-Shaʿbī che egli disse: «Osservate ciò su cui la Comunità di Muhammad è concorde – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – poiché Allāh l'Altissimo e Glorificato non la renderà concorde nell'errore. E se essa si trova in disaccordo su qualcosa, allora osservate ciò che fa ʿUmar ibn al-Khattāb e seguitelo». [26]

ʿIkrima fu interrogato in merito allo status di una schiava che avesse dato alla luce il figlio del suo padrone. Egli rispose: «Essa sarà libera alla morte del suo padrone». Gli chiesero: «Su quali prove basi il tuo responso?». Rispose: «Il Corano». Essi allora gli chiesero: «Dove nel Corano?». ʿIkrima rispose citando il seguente verso: «Obbedite ad Allāh e obbedite all'Inviato e a coloro fra di voi che detengono l'autorità» (Cor., 4:59), e ʿUmar – Allāh sia soddisfatto di lui! – è fra coloro che detengono l'autorità». [27] Wakiʿ disse: «Quando ʿUmar e ʿAlī concordano su qualcosa: questa è l'autorità». E si tramanda da Ibn Masʿūd che egli era solito asserire: «In verità la retta via è quella sulla quale ʿUmar era fermamente stabilito fino a quando non entrò in Paradiso».

In ogni caso, ogni volta che ʿUmar raccolse il consenso dei Compagni su qualcosa, ed ogni volta che essi concordarono durante la sua "khilāfa” è senza dubbio la verità…

[Riguardo a] Il "hadīth” del Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace!: «In sogno vidi me stesso attingere dell'acqua da un pozzo. Venne Abū Bakr e raccolse uno o due grandi secchi d'acqua (dhanub), ma nel suo sforzo c'era una certa debolezza - e Allāh lo perdonò. Quindi venne ʿUmar ibn al-Khattāb, e nelle sue mani il recipiente si trasformò nelle sue mani in un secchio più grande (gharab). Non ho mai visto nessuno compiere come lui un lavoro simile (yafri fariyya), fino a che tutte le persone non ebbero bevuto a sazietà e non ebbero abbeverato tutti i loro cammelli che si erano inginocchiati laggiù». (Un'altra versione afferma) «Tra coloro che attingono acqua non ho mai visto una guida più grande (ʿabqarī) di Ibn al-Khattāb nell'attingere acqua!». (Un'altra versione riporta: «finché le loro gobbe non furono straripanti d'acqua»)». [28]

Questa è un'indicazione del fatto che ʿUmar non è morto prima di avere ben disposto di ogni cosa e di aver sistemato ogni questione. Questo viene esplicitato dalla lunghezza della sua reggenza e dalla costante attenzione che egli diede a tutte le questioni, mentre la reggenza di Abū Bakr fu breve ed egli si occupò delle conquiste di nuovi territori e del reclutamento delle truppe, così che egli non poté dedicare la sua attenzione ad ogni faccenda. Forse, durante la reggenza di quest'ultimo, egli non era consapevole di tutto quello che avveniva, né tutte le questioni gli vennero riferite nello stesso modo in cui vennero riferite a ʿUmar. Così ʿUmar si sforzò nel dirigere la persone alla Verità, e di indicare loro la giusta strada da seguire. Possa Allāh essere soddisfatto di lui, di Abū Bakr, e di tutti i Compagni.

Note

[1] Un "hadīth” riportato attraverso numerose linee di trasmissione afferma che il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – ha detto: «Accadrà alla mia Comunità esattamente quanto accadde agli Israeliti, vicino [in somiglianza] quanto la lunghezza di un'orma di sandalo. Se tra gli Israeliti vi fosse un uomo che commettesse apertamente un incesto con sua madre, allora vi sarebbe qualcuno che lo fa nella mia Comunità. In verità gli Israeliti si sono divisi in settantadue sette e la mia Comunità si dividerà in settantatrè, tutte nel Fuoco tranne un gruppo». Chiesero: «Chi sono costoro, oh Inviato di Allāh?». Rispose: «[Coloro che seguono] Quello che seguiamo Io ed i miei Compagni». Trasmesso da ʿAbd Allāh ibn ʿAmr, riportato da al-Tirmidhī (hasan gharīb), Muhammad ibn Nasr al-Marwāzī, "Al-sunna”, p. 23, e al-Hākim, "Mustadrak”, 1:129 (ediz. 1990, 1:218), tutti con linee di trasmissione deboli perché questo testo proviene solamente attraverso ʿAbd al-Rahmān ibn Zyad al-Afriqī, che venne dichiarato debole nelle sue trasmissioni da alcuni, ma corretto da altri. Tuttavia, al-Lalikā'ī dichiara questo "hadīth” autentico (sahīh) nel suo "Sharh usūl iʿtiqād ahl al-sunna”, 1:100, ed esso venne incluso, con le sue varianti, da al-Kattanī nel suo "Nazm al-mutanāthir”, pp. 45-47. La seconda parte del "hadīth”, che inizia con le parole «In verità gli Israeliti si sono divisi...», viene spesso citata come trasmissione a se stante ed è il soggetto di una monografia di al-Sanʿānī. Cfr. G.F. Haddad, < "The Probativeness of the Sunna” > , cap. 13,
[2] Così come Abū Dawūd nel suo «Libro della Sunna» nel "Sunan”, Ibn Abī ʿAsim e Muhammad ibn Nasr al-Marwāzī.
[3] Trasmesso da ʿAlī, riportato da al-Bukhārī e Muslim. Cfr. G.F. Haddad, < "The Probativeness of the Sunna” > , cap. 7,
[4] Riportato da Ahmad e da Abū Yaʿlā nel suo "Musnad”, 7:102, con una linea di trasmissione contenente ʿAmr ibn Zunyab, che è sconosciuto secondo al-Haytamī, "Majmaʿ al-zawa'id”, 5:225. Al-Diya' al-Maqdīsī dichiarò buona (hasan) la sua linea di trasmissione nel "Al-ahādīth al-mukhtara”, 6:319; mentre al-Munāwī, "Fayd al-qadīr”, 6:432, affermò che Ibn Hajar disse: «La sua linea di trasmissione è forte». In verità, Ibn Hajar si riferiva però ad una differente linea di trasmissione (cfr. "Fath al-bārī”, ediz. 1959, 13:123). Questo "hadīth” viene confermato dal prossimo.
[5] Riportato da Ibn Mājah e Ahmad con tre linee di trasmissione, una delle quali autentica, così come da al-Tabarānī, "Al-kabīr”. Trasmesso anche da ʿUbāda ibn al-Samit come parte di un "hadīth” più lungo riportato da Ahmad, al-Tabarānī e al-Hākim.
[6] In alcune tradizioni autentiche, mentre altre tradizioni autentiche non riportano l'indicazione e la nomina di Abū Bakr e ʿUmar all'interno del discorso diretto del Profeta.
[7] Questa attestazione profetica in favore della successione di Abū Bakr è confermata dal "hadīth” autentico nel quale una donna venne dal Profeta chiedendogli qualcosa. Avendole detto di ritornare, ella disse: «Oh Inviato di Allāh! Cosa devo fare se quando ritornerò non ti troverò più?», intendendo con questo la morte del Profeta. Il Profeta rispose: «Allora vai da Abū Bakr». Trasmesso da Jubayr Ibn Mutʿim, riportato da al-Bukhārī e Muslim. Al-Shāfiʿī disse: «In ciò vi è una prova per la Successione di Abū Bakr».
[8] Trasmesso fino a questo punto da Hudhayfa, riportato da al-Tirmidhī, con una linea di trasmissione che contiene lo sciita Salim al-Murādī, che molto probabilmente è affidabile [al-Arna'ūt, "Sahīh Ibn Hibbān”, 15:328, n. 2], anche se da alcuni è considerato debole [al-Mizzī, "Tahdhīb al-kamāl”, 10:161; al-ʿUqaylī, "Al-duʿafā'”, 2:150]; Ibn Mājah, "Sunan”; Ibn Abī Shayba, "Musannaf”, 6:350; Ibn Abī ʿAsim, "Al-sunna”, pp. 531-532 #1148-1149, "sahīh” secondo al-Albānī; Ahmad con due linee di trasmissione in "Fadā'il al-sahāba”, 1:332; e, senza la prima frase, attraverso Hudhayfa da al-Tirmidhī ("hasan”, confermato da al-Dhahabī, "Siyar”, 1-2:512, con riguardo verso la linea di trasmissione; Ahmad con una linea di trasmissione autentica, come sancito da al-Zayn, "Musnad”, 16:566-567 #23138, e con tre linee di trasmissione in "Fadā'il al-sahāba”, 1:238, 1:359, 1:426; al-Tahāwī con sei linee di trasmissione autentiche al-Arna'ūt, "Sharh mushkil al-athar”, 3:257-259 #1227-1232; al-Bayhāqī, "Al-sunan al-kubrā”, 5:212 #9826, 8:153 #16353; Ibn Balbān, "Tuhfa al-Siddiq”, pp. 63-64; al-Khalīlī, che le dichiarò autentiche in "Al-irshād”, 1:378, 2:664-665; Ibn ʿAbd al-Barr, "Al-tamhīd”, 22:126; anche attraverso Ibn Masʿūd, riportato da al-Tirmidhī (hasan) tramite cinque linee di trasmissione, e Ahmad, "Fadā'il al-sahāba”, 1:238; e attraverso Ibn ʿUmar con una linea di trasmissione erronea come stabilito Ibn Hajar, "Lisān al-mīzān”, 1:188, e "Talkhīs al-habīr”, 4:190; cfr. Ibn Kathīr, "Tuhfa”, p. 165.
[9] ʿAmmār ibn Yasīr ibn ʿAmir Abū al-Yaqzān al-ʿAnasī, uno dei primi (al-sābiqūn al-awwalūn) fra gli Emigrati, uno dei sette che per primi fecero pubblica professione del loro "islām”; sia lui che suo padre erano spesso torturati dai pagani di Mecca, e allora il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – sarebbe passato vicino a loro e avrebbe detto: «Portate pazienza, oh Famiglia di Yasīr, il vostro credito è in Paradiso». Egli emigrò a Medina e combattè in tutte le battaglie, l'ultima delle quali fu quella di al-Yamāma. ʿAlī – Allāh sia soddisfatto di lui! – e Khalīd ibn al-Walīd – Allāh sia soddisfatto di lui! – hanno trasmesso rispettivamente che il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – disse: «ʿAmmar è colmo di fede fino al midollo»; e: «Chiunque fa adirare ʿAmmār Allāh l'Altissimo e Glorificato è adirato con lui, e chiunque”. Le tradizioni hanno raggiunto il grado di tradizioni riportate da numerose autorità. Le tradizioni secondo le quali il Profeta ha predetto la sua morte per mano della «fazione ribelle» (al-firqa al-baghiya) hanno raggiunto il grado di numerose trasmissioni confermate (tawātur). Egli venne ucciso nella battaglia di Siffin nell'anno 87 H., all'età di 93 anni, mentre combatteva dalla parte di ʿAlī – Allāh sia soddisfatto di lui! Si veda Ibn Hajar, "Al-isāba”, 4:575.
[10] Trasmesso fino a questo punto attraverso Hudhayfa da Ibn Abī Shayba, "Al-musannaf”, 7:433.
[11] Una tradizione autentica trasmessa da Hudhayfa, riportata da: al-Tirmidhī (hasan); da Ahmad con due linee di trasmissione, come affermato da al-Zayn, "Musnad”, 16:576 #23169, 16:620 #23312, così come nel "Fadā'il al-sahāba”, #479; Ibn Hibbān, "Sahīh”, con una linea di trasmissione corretta, come stabilito da al-Arna'ūt, "Sahīh”, 15:327-328 #6902; Ibn Saʿd con la medesima linea di trasmissione, "Tabaqāt”, 2:334; al-Khallāl, "Al-sunna”, 1:275; al-Hākim, "Mustadrak”, 3:75 (ediz. 1990, 3:79); al-Khatīb [al-Baghdādī, n.d.t.], "Tārīkh Baghdād”, 4:346, 12:20; al-Haytamī, "Mawārid al-zam'an”, p. 538. Alcune trasmissioni, come quelle di Ibn Hibbān e di al-Haytamī, hanno la frase «accettate» (fa-ʿqbaluhu) al posto di «credete» (fa-saddiquhu). Trasmesso anche da Ibn Masʿūd, riportato da al-Tirmidhī (hasan gharīb), con una linea di trasmissione debole in virtù della presenza di Yahyā ibn Salāma ibn Kuhayl, come sancito da Ibn Kathīr, "Tuhfa al-tālib”, pp. 164-165.
[12] ʿAli – Allāh sia soddisfatto di lui! – ha trasmesso che il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – chiamò un giorno Ibn Masʿūd. Egli [venne e] salì sopra un albero per cercargli qualcosa [da mangiare]. I suoi Compagni osservarono le sue gambe, e si misero a ridere della loro esilità (humusha). Il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace!: "Perchè ridete? Giuro che i piedi di Ibn Masʿūd avranno, sulla Bilancia del Giorno della Resurrezione, più peso di Uhud”. Riportato da al-Hākim, "Mustadrak”, #5385, che lo dichiarò autentico (sahīh), concordando in ciò con al-Dhahabī. Viene anche trasmesso da Qarra ibn Iyās al-Muzanī con le seguenti parole: «Ibn Masʿūd salì su di un albero, ed essi iniziarono a ridere per l'esilità delle sue gambe, al che il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – disse: "Giuro che sulla Bilancia esse saranno più pesanti del monte Uhud”. Riportato da Ahmad, "Musnad”, #920, Abū Yaʿlā, "Musnad”, #539, al-Tabarānī, "Al-kabīr”, #38516, Ibn Saʿd, "Tabaqāt”, 3:109, Abū Nuʿaym, "Hilya al-awliyā'”, 1:127, e al-Hākim, "Mustadrak”. Al-Haytamī, "Majmaʿ al-zawā'id”, #15561, ha classificato autentica la sua linea di trasmissione.
[13] Trasmesso da Hudhayfa, riportato da: al-Tirmidhī (hasan gharīb); Ahmad, "Musnad”, con una linea di trasmissione autentica secondo al-Zayn, 16:611 #23279, e nel "Fadā'il al-sahāba”, 1:187; al-Khatīb, "Tārīkh Baghdād”, 14:366 e 7:402, quest'ultimo con una linea di trasmissione contenente Abū Farwa, che è un trasmettitore debole. Trasmesso anche, senza la prima affermazione, da al-Tahāwī con numerose linee di trasmissione autentiche e corrette secondo al-Arna'ūt, "Sharh mushkil al-athar”, 3:256-257 #1224-1226, 3:259 #1233; Ibn Abī Shayba, "Al-musannaf”, 12:11; al-Hākim, "Mustadrak”, 3:75-76 (ediz. 1990 3:79-80) con tre linee di trasmissione autentiche come sancito da lui e da al-Dhahabī; al-Bayhāqī, "”Al-sunan al-kubrā”, 8:153 #16352, "Al-madkhal”, p. 122, e "Al-iʿtiqād”, pp. 340-341; al-Tabarānī, "Al-awsat”, con una linea di trasmissione debole, come indicato da al-Haytamī, "Majmaʿ al-zawā'id”, #15606. Trasmesso anche da: Ibn Masʿud, riportato da Tammām al-Rāzī, "Al-fawā'id”, 2:276; al-Tabarānī, "Al-kabīr”, 9:72. Da Anas, riportato da al-Tabarānī, come sancito da al-ʿAjlūnī, "Kashf al-khafa”, 1:181. Al-Tabarānī, "Musnad al-shāmiyyīn”, 2:57, e al-Qassār, come stabilito da al-Tabarī, "Al-riyād al-nadira”, 1:348, che trasmette da Abū al-Dardā' anche le seguenti parole: «Prendete come vostri capi i due che verranno dopo di me: Abū Bakr e ʿUmar, perché invero essi sono le corde protese di Allāh, e chiunque si aggrappa saldamente a loro si è aggrappato ad un solido appiglio che mai si spezzerà», 2:156, con linee di trasmissione contenenti trasmettitori sconosciuti, come stabilito da al-Haytamī, "Majmaʿ al-zawā'id”, 9:53. Questo "hadīth” fu dichiarato debole da due soli maestri di scienza del "hadīth”: Ibn Hazm, "Al-ihkām”, 6:242-243, e al-Bazzār. Furono però confutati da Ibn Hajar, "Talkhīs al-habīr”, 4:190, opera nella quale egli dichiara che le linee di trasmissione del "hadīth” sono buone, dichiarando con fermezza l'autenticità del "hadīth”. Si noti che Ibn Hazm non conosceva le "Sunan” di al-Tirmidhī e di Ibn Mājah.
[14] Abū Nuʿaym disse nel "Dalā'il al-nubuwwa”, ediz. 1989, p. 130: «Questo "hadīth” appartiene ai segni della Missione profetica, e ciò perchè egli [l'Inviato di Allāh] profetizzò che il suo Successore sarebbe stato Abū Bakr, e il Successore di quest'ultimo ʿUmar, ed avvenne proprio quanto egli disse».
[15] Safīna – Allāh sia soddisfatto di lui! – (m. 71) è il liberto del Profeta il cui nome era Mahran; ma quando un giorno lo vide trasportare i beni dei propri camerati, il Profeta gli disse: «Oggi tu non sei altro che una nave» (mā kunta al-yawm illā safīna). Trasmesso da Safīna, riportato da Ahmad nel "Musnad” con una linea di trasmissione corretta e da altri. Al-Mizzī, "Tahdhīb al-kamāl”, 7:388, e al-Dhahabī, "Siyar”, 4:324, riportano che quando egli, dopo un naufragio, sbarcò su di un'isola deserta e vide un leone, disse: «Oh leone! Io sono Safīna, il liberto dell'Inviato di Allāh – Allāh lo benedica e gli doni la Pace!». Allora il leone gli indicò la via e disse qualcosa. Safīna poi disse: «Credo che mi abbia porto il saluto dei credenti (salām)».
[16] Un "hadīth” corretto trasmesso da Safīna, riportato da: al-Tirmidhī (hasan) e da Abū Dawūd con linee di trasmissione autentiche secondo al-Albānī; Ahmad nel "Musnad”, con due linee di trasmissione; al-Hākim, "Mustadrak”; Ibn Hibbān nel "Sahīh” con due linee di trasmissione corrette come stabilito da al-Arna'ūt, 15:34 #6657, 15:392 #6943; al-Tayalīsī nel "Musnad”, pp. 151, 479; al-Tabarānī nel "Al-kabīr” con numerose linee di trasmissione. Questa tradizione appartiene alle «Prove della Profezia» (dalā'il al-nubuwwa) in quanto la somma dei primi cinque Califfati è precisamente di trent'anni: due anni e tre mesi per Abū Bakr, dieci anni e mezzo per ʿUmar, dodici anni per ʿUthmān, quattro anni e nove mesi per ʿAlī, e sei mesi per al-Hasan, come sancito da al-Suyūtī, "Tarīkh al-khulafā'”, pp. 22, 198-199. Al-Dhahabī cita nel "Siyar”, 3:157, il seguente detto di Muʿāwiya: «Io sono il primo dei re» (anā awwal al-muluk). Ibn al-ʿArabī al-Mālikī indebolì il "hadīth” nel "Al-ʿawāsim”, p. 201, per prevenire l'affermazione secondo cui il periodo dei trent'anni includeva la successione di al-Hasan dopo ʿAlī; mentre al-Hasan, dopo l'assassinio di ʿAli, prestò il giuramento di fedeltà (bayʿa) a Muʿāwiya nell'anno 41 dell'Egira, come affermato da al-Suyūtī, "Tarīkh al-khulafā'”, p. 199. Il giuramento di al-Hasan fu profetizzato dall'Inviato di Allāh in un "hadīth” che pronunciò dal pulpito con al-Hasan al suo fianco: «In verità, questo mio nipote, al-Hasan, è un capo fra gli uomini (sayyid), e possa Allāh metterlo nella condizione di riconciliare due grandi fazioni di musulmani». Trasmesso da Abū Bakra, riportato da: al-Bukhārī con quattro linee di trasmissione; al-Tirmidhī (hasan sahīh), al-Nasā'ī, Abū Dawūd e Ahmad con quattro linee di trasmissione. Ibn al-ʿArabī, "Al-ʿawāsim”, p. 210, rigettò più tardi l'autenticità del "hadīth” dei trent'anni sulle basi della lode di Allāh in merito al potere regale e la sua affinità con la missione profetica nel verso: «E Allāh gli diede (a Dāwūd – Allāh benedica e doni la Pace al nostro Profeta ed a lui!) il regno e la saggezza (al-mulk wa al-hikma)» (Cor., 2:251). Un'altra prova adottata contro l'autenticità del "hadīth” dei trent'anni si trova nel "hadīth” più forte [in autenticità, n.d.t.] che dice: «In verità, quest'affare non terminerà fino a quando non passeranno in mezzo a voi Dodici Califfi, tutti provenienti dai Quraysh». Trasmesso attraverso Jābir ibn Samūra da al-Bukhārī e Muslim. Tuttavia, in realtà nessuna di queste tre prove contraddice il "hadīth” dei trent'anni, come indicato da al-Nawawī, "Sharh Sahīh Muslim”, 12:201 (ediz. 1972), e da al-Munāwī, "Fayd al-qadīr” (cfr. al-Mubārakfūrī, "Tuhfa al-ahwadhī”, 6:396, e Al-ʿAzīm Abadī, "ʿAwn al-maʿbūd”, 11:245). Secondo al-Suyūtī, "Tarīkh al-khulafā'”, p. 24 , i Dodici Califfi sono: i Quattro Califfi Benguidati, Muʿāwiya dopo che al-Hasan gli prestò giuramento di fedeltà, suo figlio Yazīd, ʿAbd al-Mālik ibn Marwān, i quattro figli di costui al-Walīd, Sulaymān, Yazīd e Hishām, e infine al-Walīd ibn Yazīd ibn ʿAbd al-Mālik. Al-ʿAzīm Abadī, "ʿAwn al-maʿbūd”, 12:253, raccomanda in questo capitolo [la lettura dei] due libri di Shāh Walī Allāh al-Dihlāwī, intitolati "Izāla al-khafā' ʿan khilāfa al-khulafā'”, e "Qurra al-ʿaynayn fī tafdīl al-Shaykhayn”.
[17] ʿAbd Allāh ibn Ahmad ibn Hanbal, "Al-sunna”, pp. 235-236 #1276-1277, e Ibn Hajar, "Fath al-bārī”, 1959 ed. 7:58 #3494. Questo viene attribuito allo stesso Safīna da: al-Qurtubī, "Tafsir”, 12:298; da ʿAzim Abadi, "ʿAwn al-maʿbūd”, 12:260.
[18] Trasmesso da Hudhayfa, riportato da Ahmad con una linea di trasmissione autentica, come affermato da al-Zayn, nel "Musnad”, 14:163 #18319, e come indicato da al-Haytami, "Majmaʿ al-zawā'id”, 5:188-189: «Trasmesso da: Ahmad; al-Bazzār con frasi più complete; parzialmente da al-Tabarānī, nel "Al-awsat”. I trasmettitori presenti nelle loro linee di trasmissione sono fidati». Trasmesso anche da Abū ʿUbayda, riportato da al-Tabarānī, "Al-kabīr”, 1:157, con le parole: «Poi vi saranno potere regale e tirannia» dopo aver nominato la Successione. La tradizione assomiglia al "hadīth”: «Successione della Profezia», come indicato da Ibn Hajar, che disse nel "Fath al-bārī”, 12:392 #6600 (ediz. 1959): «Con [le parole] "Successione dopo di me”, egli intendeva la Successione della Profezia; per quanto riguarda Muʿāwiya e quelli che vennero dopo di lui, molti di loro furono sul modello del potere regale, anche se continuano ad essere chiamati "Successori” (khulafā'). E Allāh è più Sapiente». Il "hadīth” al quale si riferisce dice: «Il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – chiese: "Qualcuno di voi ha visto qualcosa in sogno?”. Un uomo disse al Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace!: "Oh Inviato di Allāh, ho visto in sogno come se una bilancia scendesse dal cielo, e nella quale tu fosti pesato con Abū Bakr, superandolo di peso. Poi Abū Bakr fu pesato con ʿUmar e lo superò di peso. Poi ʿUmar venne pesato con ʿUthmān e lo superò di peso. Poi la bilancia risalì [in cielo]”. [D] Questo causò dispiacere al Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – che disse: "La Successione della Profezia (khilāfa al-nubuwwa)! Poi Allāh darà il potere regale [o la sovranità] a chiunque Lui vorrà”. Trasmesso da Abū Bakra, riportato da Ahmad con tre linee di trasmissione; da Abū Dawūd, al-Tirmidhī (hasan sahīh); da Safīna, riportato da Abū Dāwūd con una linea di trasmissione corretta, e da al-Bazzār con una linea di trasmissione corretta, come indicato da al-Haytami nel "Majmaʿ al-zawā'id”. La tradizione riportata da al-Tirmidhī omette l'ultima affermazione del Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! Al-Hākim, "Mustadrak” lo riporta con una linea di trasmissione simile a quella di al-Tirmidhī, e lo ha classificato "sahīh”, e al-Dhahabī concorda.
[19] Trasmesso da Ibn ʿAwn, riportato da Abū Nuʿaym, "Hilya al-awliyā'”, 5:258.
[20] Trasmesso da Ibn ʿUmar, riportato da: al-Tirmidhī (hasan sahīh gharīb); Ahmad, "Musnad”; Ibn Hibbān, "Sahīh”, con una corretta linea di trasmissione secondo al-Arna'ūt, 15:318 #6895; da Abū Dharr, riportato da: Ahmad, "Musnad”; Abū Dāwūd, "Sunan”; al-Hākim, "Mustadrak”; da Abū Hurayra, riportato da: Ahmad, "Musnad”; Ibn Hibbān, "Sahīh”, con una linea di trasmissione autentica secondo al-Arna'ūt, 15:312-313 #6889; Abū Yaʿlā, "Musnad”; al-Hākim, "Mustadrak”; Ibn Abī Shayba, "Al-musannaf”, 12:21, Ibn Abī ʿAsim, "Al-sunna”, #1250, e al-Bazzār, "Musnad”, #2501, con una linea di trasmissione autentica, come indicato da al-Haytamī, "Majmaʿ al-zawā'id”, 9:66; e da Bilāl e Muʿāwiya, riportato da al-Tabarānī, "Al-kabīr”. Si veda al-Baghawī, "Sharh al-sunna”, 14:85, Ibn Abī ʿAsim, "Al-sunna”, p. 567 #1247-1250, Ibn Saʿd, "Tabaqāt”, 21:99, e Ibn al-Athīr, "Jāmiʿ al-usūl”, 9:444.
[21] Trasmesso da Mutarrif, riportato da: Abū Nuʿaym, "Hilya al-awliyā'”, 6:324 (ediz. 1985); al-Dhahabī, "Siyar” (al-Arna'ūt, ed. 8:98-99); Ibn al-Qayyim nel suo commento alle "Sunan” di Abū Dawūd, 13:45; al-Suyūtī, "Al-durr al-manthūr”, 1:393.
[22] Riportato da Abū Nuʿaym, "Hilya al-awliyā'”, 5:298.
[23] Riportato da Ibn Mandah, "Maʿrifa al-sahāba”, con una linea di trasmissione contenente due trasmettitori sconosciuti, come stabilito da Ibn Hajar, "Al-isāba”, 4:483, tra i quali ʿAzrab, sul cui statuto di Compagno vi è disaccordo.
[24] La tradizione completa afferma che la gente del Najrān giunse da ʿAlī – Allāh sia soddisfatto di lui! – dicendo: "Oh Comandante dei Credenti, l'editto è ora alla tua mano destra, e l'intercessione sulla tua lingua: ʿUmar ci espulse dalle nostre terre, ora tu ridaccela”. Egli replicò: "Guai a voi! In verità ʿUmar seguì la retta via”. Trasmesso da Salim, riportato da: Ibn Abī Shayba, "Musannaf”, 6:357, 7:426; al-Khatīb al-Baghdādī, "Tarīkh Baghdād”, 6:185; con lievi differenze da: al-Bayhāqī, "Al-sunan al-kubrā”, 10:120, e ʿAbd Allāh ibn Ahmad, "Fadā'il al-sahāba”, 1:366. Si veda anche Ibn Hajar, "Talkhīs al-habīr”, 4:125. Al-Fakihī, "Akhbār Makka”, 5:108, che lo riporta da Ibn Jaʿd, dice che la sua linea di trasmissione è interrotta.
[25] Riportato da Abū Nuʿaym, "Hilya al-awliyā'”, 4:320.
[26] Riportato da Ahmad, "Al-ʿilal”, 2:258.
[27] Riportato da Saʿīd ibn Mansūr, "Musnad”, come stabilito da al-Suyūtī, "Al-durr al-manthūr”, 1:316.
[28] Trasmesso da ʿAbd Allāh ibn ʿUmar e Abū Hurayra, riportato da al-Bukhārī, Muslim, al-Tirmidhī e Ahmad.

Note dei traduttori

[A] Califfo della dinastia Umayyade, regnò dal 717 al 720 dell'era cristiana (93-101 H.), e si tramanda la sua profonda religiosità e il suo grande senso di giustizia. Scrive Ahmad ʿAbd al-Waliyy Vincenzo: «I Califfi Benguidati resteranno un modello di riferimento, una vera e propria "età dell'oro” dello Stato Islamico, poiché a un ristrettissimo numero di loro Successori verrà riconosciuta la realizzazione delle qualità interiori ed esteriori del Califfato: dopo di loro il Califfo assumerà quindi un aspetto soprattutto esteriore, amministrativo e politico, mentre il vertice della gerarchia spirituale sarà indicato piuttosto come il "Polo” (qutb). Questo cambiamento di prospettiva è ben illustrato da Ibn ʿArabī: "Alcuni di loro esercitano il potere esteriore e sono quindi detentori del Califfato esteriore così come sono i detentori, per ciò che concerne le funzioni iniziatiche permanenti, del Califfato interiore: questo è il caso di Abū Bakr, di ʿUmar, di ʿUthmān, di ʿAlī, di al-Hasan, di Muʿāwiya ibn Yazīd, di ʿUmar ibn ʿAbd al-ʿAzīz e di al-Mutawakkil. Altri, al contrario, detengono unicamente il Califfato interiore e non esercitano il potere esteriore, come Ahmad ibn Hārūn al-Rashīd al-Sabtī e Abū Yazīd al-Bistāmī. Questo è il caso della maggioranza dei Poli”» (Ahmad ʿAbd al-Waliyy Vincenzo, "Islam. L'altra civiltà”, Mondadori, Milano, 2001, p. 151, il quale cita Ibn ʿArabī dal testo di Ch.-A. Gilis, "Les sept Etendards du Califat”, p. 110, che dà come riferimento le "Al-futūhāt al-makkiyya”, cap. 73).
[B] Il termine "sunna” (pl. "sunan”), che viene qui reso in modo estensivo con «via», ha il senso generale di «modo di agire abituale, abitudine, consuetudine, costume, uso, tradizione; precetto, norma, regola; legge». Cfr. Traini (a cura di), "Vocabolario arabo-italiano”, I.P.O. - Istituto per l'Oriente, Roma, 3 volumi, 1966-1969-1973 (varie ristampe, di cui nel 1993 quella in volume unico), vol. 1, sub vocis S-N-N (sin-nun-nun). In particolare, quando viene riferito al Profeta Muhammad ed ai suoi Compagni, indica le loro parole, azioni, tacite approvazioni o disapprovazioni, le loro qualità fisiche o morali. Per gli altri significati in relazione ai differenti contesti si veda l'ottima e sintetica esposizione di G.F. Haddad, "The Meaning of Sunna”, https://www.livingislam.org/n/ms_e.html
[C] Il termine "yushāqiq” può essere anche reso con «colui che si separa, si distacca», «colui che è discorde, dissente». Cfr. Traini (a cura di), "Vocabolario arabo-italiano”, I.P.O. - Istituto per l'Oriente, Roma, 3 volumi, 1966-1969-1973 (varie ristampe, di cui nel 1993 quella in volume unico), vol. 2, sub vocis SH-Q-Q (shin-qaf-qaf).
[D] Cfr. con quanto viene trasmesso da ʿUmar: «La fede di Abū Bakr supera la fede di tutta la Comunità» (per la documentazione relativa a questo "hadīth” si veda la nota [5] presente nella monografia di G.F. Haddad, "Abū Bakr al-Siddīq” che abbiamo già pubblicato). Per la corretta comprensione di questi "hadīth” riteniamo indispensabile la lettura della loro spiegazione che si trova in Tirmidhī (non si tratta del celebre tradizionista Muhammad ibn ʿīsā ibn Sūra ibn Mūsa ibn al-Dahhāk al-Salamī al-Tirmidhī, m. 279/892, bensì dell'Imām Abū ʿAbdallāh Muhammad ibn ʿAlī ibn al-Hasan ibn Bishr al-Hakīm al-Tirmidhī, m. 298/910, anche lui grande tradizionista ed inoltre sūfī), dove egli specifica che il «peso» di cui si tratta è quello relativo ai meriti derivati dal compimento delle azioni, dunque non relativo al «peso» di quello che è contenuto nel cuore: «In realtà la bilancia non può pesare il contenuto del cuore, perché essa è il simbolo della Giustizia, mentre il contenuto del cuore è il simbolo della Sua Magnificenza. Si può pesare la Magnificenza?» (Tirmidhī, "Khatm al-awliyā'”, Capitolo 29). Occorre dunque procedere con molta attenzione, perchè la questione presenta più di un aspetto. La supremazia grazie alla quale si sopravanzano le altre creature è quella relativa al cuore, afferma Tirmidhī, e aggiunge: «In materia di certezza e di progresso del cuore verso Dio, è possibile che Abū Bakr e ʿUmar siano uguagliati e persino superati» (più tardi, Ibn ʿArabī preciserà che i meriti dei gradi si acquisiscono con la conoscenza). In questo senso la figura di ʿAlī ibn Abī Talīb è certamente degna di particolare considerazione, tenendo tuttavia presente che anche qui Abū Bakr e ʿUmar hanno un ruolo straordinario, come indica ad esempio il detto del Profeta: «Abū Bakr non ha superato gli uomini con i suoi numerosi digiuni e preghiere, ma per quello che risiede nel fondo del suo cuore».

*

[Parte 3 di 3]

Fra i Sapienti di scienza del "hadīth”, come del resto fra tutti gli altri Sapienti della "ahl al-sunna wa al-jamāʿa”, vi è accordo sul fatto che il "hadīth” «Dovete seguire la mia Sunna e la Sunna dei miei diretti Successori Benguidati dopo di me» è rigorosamente autentico. Vi sono solo due eccezioni, quella di Ibn Hazm, [A] e quella di al-Bazzār, ma le loro analisi sono state confutate da Ibn Hajar. [1] Rigettare un "hadīth” rigorosamente autentico in piena coscienza della sua autenticità è un peccato dal quale noi cerchiamo rifugio presso Allāh l'Altissimo.

Vi sono alcuni che rigettano questo "hadīth”, e sembrano non avere coscienza della gravità del loro atto, insistendo nel seguire le loro concupiscenze e scegliendo cosa seguire della loro Religione, portando a loro sostegno varie scuse, che hanno postato nel sito:
< al-islam.org/thaqalayn/nontl/Traditions.htm >

Fra le loro scuse [vi sono le seguenti, n.d.t.]:

1. Essi pretendono che il Compagno del Profeta al-ʿIrbād ibn Sariya – Allāh sia soddisfatto di lui! – non può essere considerato una fonte degna di fiducia – Allāh sia glorificato! – perchè, essi pretendono, egli una volta disse: «Io sono un quarto dell'Islām».

Risposta: Essi non hanno fornito alcuna fonte che riporti il presunto detto di al-ʿIrbād ibn Sariya «Io sono un quarto dell'Islām». Sicuramente esso non si ritrova nelle autorevoli fonti enciclopediche sui Compagni da noi conosciute, come "Al-isāba”, "Al-istiʿāb”, "Al-tabaqāt al-kubrā”, "Usd al-ghaba”, "Muʿjam al-sahāba”, "Maʿrifa al-sahāba”, o il "Fada'il al-sahāba”! Ma la mancanza di rispetto e le falsificazioni commesse da alcuni sciiti contro i Compagni sono chiare come il Sole.

Possa Allāh avere misericordia di ʿIrbād ibn Sariya, che è conosciuto come «uno di quelli che piansero molto» (bakkā'ūn). [2] È in riferimento ad al-ʿIrbād che venne rivelato il seguente versetto: «E neppure [avranno colpa, n.d.t.] coloro che ti vengono a chiedere un mezzo di trasporto e ai quali rispondi: «Non trovo mezzi con cui trasportarvi». Essi se ne vanno con le lacrime che scendono dai loro occhi, tristi di non avere risorse da impiegare [per la causa di Allāh, n.d.t.]» (Cor., 9:92). [3]

2. Essi pretendono: «Per quanto riguarda Hajar ibn Hajar al-Kilā'ī, a prescindere dalla suo provenire da Hims, una città della Siria un tempo nota per l'inimicizia della sua popolazione nei riguardi di ʿAlī, la sua posizione è sconosciuta, come citato da Ibn Hajar». [4]

Risposta: Questa obiezione tradisce l'ignoranza nella scienza del "hadīth”, per diverse ragioni:

(1) La linea di trasmissione nella quale è contenuto il nome di Hajar al-Kilā'ī è solo una delle tante linee di trasmissione prese in considerazione per la classificazione di questo "hadīth” come "sahīh”, essendo l'ultima di quattro linee di trasmissione citate da al-Tirmidhī, che sapeva benissimo quanto Hajar fosse sconosciuto.

(2) La circostanza del suo essere nativo di Hims non hanno alcuna importanza nel determinare la sua affidabilità o meno, così come la provenienza geografica di un narratore non è uno dei criteri che determinano il suo grado. I criteri che lo determinano sono solo l'equità (ʿadl) e l'accuratezza (dabt). Fu ʿAlī stesso – Allāh sia soddisfatto di lui! – che sancì questo principio, dicendo: «Non maledite le genti dello Shām, [B] poiché fra di loro vi sono i Sostituti (abdāl); maledite piuttosto la loro ingiustizia». [5] Vi sono molte tradizioni autentiche del Profeta che esaltano gli immensi meriti dello Shām. Il Maestro di "hadīth” e Imām dello Shām del suo tempo, al-Walīd ibn Muslim (m. 195), riporta che, in virtù dell'insistenza del Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – nel parlare degli immensi meriti dello Shām: «Diecimila occhi che videro il Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – entrarono successivamente nello Shām». [6] Se la provenienza geografica avesse importanza, prima di contraddire senza scrupoli l'affidabilità di questi cinquemila Compagni del Profeta che si sono stabiliti nello Shām, noi dovremmo rifiutare la raccomandazione dello stesso Profeta – Allāh lo benedica e gli doni la Pace! – e questo è assolutamente inaccettabile. Ma alcune persone si permettono di farlo perchè se i trasmettitori fra i Compagni e gli appartenenti alla generazione successiva (tābiʿīn) provenienti dallo Shām fossero da rifiutare a priori, allora più della metà [delle raccolte di tradizioni, n.d.t.] di al-Bukhārī e di Muslim sarebbero da gettare, e questo è quanto vogliono questi innovatori. il fatto che un Compagno del Profeta od un appartenente alla generazione ad essi successiva (tābiʿī) provenisse dalle attuali Palestina, Siria, Giordania o Libano significa questi fosse un nemico di ʿAlī – Allāh sia soddisfatto di lui! – così come il suo provenire dall'Iraq non significa automaticamente che egli amasse ʿAlī.

(3) Secondo il loro stesso punto di vista, sarebbe stato più appropriato iniziare dicendo che lo stesso al-ʿIrbād visse e morì a Hims.

(4) Perchè escludere il solo Hajar quando tutti i trasmettitori di questo "hadīth” provengono dallo Shām? Infatti il maestro di "hadīth” hanbalita Shaykh al-Harawī al-Ansārī disse di questo "hadīth”: «Questo è il più bello e il migliore "hadīthtrasmesso dalla gente dello Shām»! [7]

3. Riguardo la loro simile obiezione nei confronti del trasmettitore Khalīd ibn Maʿdan ibn Abī Kanb al-Kitābī: «A prescindere dalla sua provenienza da Hims, egli fu il capo della polizia di Yazīd ibn Muʿāwiya, il più infame dei governanti nella storia dell'islām».   Risposta: Fosse anche stato il capo della polizia del Faraone o il segretario di stato di Nimrod, egli è stato dichiarato «affidabile» (thiqa) dai timorati Imām del "hadīth”, e questo è sufficiente per rendere autentiche (sahīh) le sue trasmissioni. Chi vuole obiettare, per poter screditarne i trasmettitori deve portare ragioni più valide che non la provenienza geografica o la professione. Ma se anche così fosse, questo "hadīth” è narrato da Ibn Mājah, Ahmad, al-Hākim, al-Bayhāqī, al-Ajurrī, al-Tabarānī, al-Rāzī e Muhammad ibn Nasr al-Marwāzī con molte altre linee di trasmissione affidabili nelle quali non sono presenti i nomi né di Hajar, né di Khalīd! [8]

4. Essi pretendono: «Anche Thawr ibn Yazīd [uno dei trasmettitori di questo "hadīth”] era originario di Hims, come affermato da al-Dhahabī. [9] Come riferito da Ibn Hajar, [10] egli odiava ʿAlī, che aveva ucciso suo padre in battaglia. ʿAbd Allāh ibn Mubārak si trattenne dal trasmettere da lui, e lo considerò un eretico (fāsid al-madhhab)».   Risposta: Per quanto riguarda l'origine di Thawr ibn Yazīd da Hims, questo non significa nulla come già dimostrato. La ragione per la quale al-Dhahabī lo citò [11] non è perchè egli proveniva da Hims, ma perchè egli credeva nel libero arbitrio assoluto (qadarī). [12] Lo stesso al-Dhahabī disse: «Ho citato [...] anche quei trasmettitori fermamente stabiliti come affidabili nei quali erano presenti delle idee innovatrici». La sua nota su Thawr dice: «Thawr ibn Yazīd [ritenuto affidabile da al-Bukhārī e nei Quattro Sunan [al-Tirmidhī, Abū Dawūd, al-Nasā'ī, Ibn Mājah] al-Kalāʿī Abū Khalīd al-Himsī: uno dei maestri di "hadīth”, che trasmise da Khalīd ibn Maʿdān, ʿAtā' e molti altri ancora; e da lui [da Thawr, n.d.t.] trasmisero Yahyā [ibn Saʿīd] al-Qattān, Abū ʿAsim ed altri. Ibn Maʿīn disse: "Non ho visto nessuno che dubitasse che fosse un "qadarī”, nonostante fosse affidabile nelle sue trasmissioni (sahīh al-hadīth)”. Ibn al-Mubārak disse: "Chiesi a Sufyān cosa ne pensasse del prendere tradizioni da Thawr, ed egli rispose – Prendi pure da lui, ma bada alle sue due corna [in lingua araba "thawr” significa «toro»]”. Ahmad ibn Hanbal disse: "Thawr abbracciò la dottrina del libero arbitrio assoluto, e la popolazione di Hims lo bandì dalla città”. [13] Abū Mishar riporta da ʿAbd Allāh ibn Salim: "Ho visto le genti di Hims nell'epoca in cui espulsero Thawr e bruciarono la sua casa, per via delle sue affermazioni in merito al libero arbitrio assoluto”». Per quanto riguarda invece la nota di Ibn Hajar su Thawr, [14] essa riporta che Ibn Saʿd disse: «Si tramanda che Thawr era solito dire di ʿAlī: "Non amo un uomo che uccise mio nonno [nella battaglia di Siffin]”. Questa tradizione non costituisce una prova per due ragioni. In primo luogo, Ibn Saʿd allude alla debolezza di questa tradizione riportandola nel modo passivo [in senso grammaticale, n.d.t.] e senza una linea di trasmissione. In seconda battuta, Ibn Hajar continua riportando una tradizione, con la relativa linea di trasmissione, mostrando da parte di Thawr una posizione contraria: «ʿAbbās al-Durī riporta da Yahyā ibn Maʿīn che Azhar al-Harrāzī e Asad ibn Wadaʿa erano soliti sedersi e insultare ʿAli ibn Abī Tālib, mentre Thawr non voleva insultarlo, e quando essi videro che egli non voleva farlo lo trascinarono per una gamba». Si deve anche tenere presente che le testimonianze su Thawr concordano nel ritenerlo un uomo estremamente pio e timoroso di Dio, come d'altronde molti dei primi innovatori, a differenza di quelli delle generazioni successive. Sia al-Dhahabī che Ibn Hajar riportano che Duhaym disse: «Non ho mai visto nessuno che fosse più devoto nell'adorazione di Thawr», ed a qualcuno che gli urlò: "Ehi, "qadarī”!”, egli rispose: «Se la questione sta come tu dici, allora io sono certamente un uomo malvagio, ma se le cose stanno altrimenti da come dici, allora ti perdono». [15]
Ad ogni modo, la questione se Thawr odiasse o meno ʿAlī non venne recepita nella classificazione della sua affidabilità come trasmettitore di "ahādīth”, come dimostrato da Ibn Hajar nel riportare le opinioni su Thawr dei seguenti Maestri della scienza del "hadīth”: (1) Lo stesso Ibn Saʿd, (2) Muhammad ibn Ishāq, (3) Abū Usāma, (4) Duhaym, (5) ʿUthmān al-Darīmī, (6) Ahmad ibn Sālih, (7) ʿAlī ibn al-Madinī, (8) Wakiʿ, (9) ʿīsā ibn Yūnus, (10) al-Walīd ibn Muslim, (11) Sufyān al-Thawrī, (12) Ibn Abī Rawwād, (13) al-Awzāʿī, (14) Ahmad ibn Hanbal, (15) Yahyā ibn Maʿīn, (16) Muhammad ibn ʿAwf, (17) al-Nasā'ī, (18) Abū Hātim, (19) Abū Dawūd, (20) al-Tirmidhī, (21) Mālik ibn Anas, (22) Ibn al-Mubārak, (23) Ibn ʿAdī. A parte tre di loro, tutti questi Maestri dichiararono Thawr «affidabile» (thiqa) e trasmisero da lui, mentre NESSUNO di questi ventitre Maestri lo considerò un trasmettitore «debole» (daʿīf). Solo Ibn al-Rawwād disse: «Prestate attenzione alle sue due corna», alludendo alle sua credenza innovatrice, ed al-Awzāʿī e Mālik lo rigettarono per la medesima ragione.

Ibn Hajar riassunse le opinioni su Thawr [16] dicendo: «È affidabile e fermamente stabilito (thiqa thabt), tranne per il fatto che professava la dottrina del libero arbitrio assoluto». La seguente confutazione può quindi essere condotta sulla base delle seguenti prove:
(1) Non è vero che Thawr fosse inaffidabile nella trasmissione degli "ahādīth”.
(2) Non è vero che egli odiasse ʿAlī ibn Abī Tālib.
(3) Non è vero che Ibn al-Mubārak si trattenne dal trasmettere da lui né che lo considerasse un eretico.

5. Essi pretendono: «Il trasmettitore seguente, (1) al-Walīd ibn Muslim, venne accusato di falsificazione da Abū Mushar, come citato da al-Dhahabī. [17] Queste furono alcune delle autorità alle quali si rifece Abū Dawūd». Quindi l'autore continua a dimostrare che i trasmettitori della tradizione ricordati da al-Tirmidhī e Ibn Mājah, ovvero «(2) Abū ʿAsim, (3) al-Hasan ibn ʿAlī al-Khallāl, (4) Buhayr ibn Saʿīd, (5) Baqiyyah ibn al-Walīd, (6) Yahyā ibn Abī al-Mutaʿ, (7) ʿAbd Allāh ibn ʿAlā', (8) Muʿāwiyah ibn Sālih, (9) Ismāʿīl ibn Bishr ibn Mansūr, e (10) ʿAbd al-Mālik ibn al-Sabbāh, sono tutti trasmettitori «deboli» (daʿīf), come citato nei loro lavori dalle autorità sunnite del "rijāl”». [C]

Risposta: Quanto precede è una sequenza di falsità, tranne che per quanto riguarda il trasmettitore numero (5), per il quale si veda di seguito.
(1) Al-Dhahabī non riporta da Abū Mushar quanto affermano gli sciiti. Ciò che egli riporta da Abū Mushar è: «Al-Walīd dissimula le sue fonti (mudallis) [utilizzando cioè la vaga espressione "da”] e può avere dissimulato le sue fonti quando ha trasmesso da bugiardi». Quindi al-Dhahabī sentenzia che: «Quando al-Walīd afferma "da Ibn Jurayj” oppure "da al-Awzā'ī” non è considerato affidabile, poiché nasconde la sua fonte intermedia quando trasmette dai bugiardi. Ma quando egli dice: "Ci è stato riferito” (haddathanā), allora viene considerata una prova confermata (hujja)». Nel caso del nostro "hadīth”, il termine utilizzato da al-Walīd è "haddathanā”, e quindi la sua trasmissione è affidabile, come sancito da al-Dhahabī.
(2) Abu ʿAsim al-Dahhāk ibn Makhlad viene nominato [18] come «affidabile e fermamente stabilito» (thiqa thabt), che è il più alto grado di affidabilità, e al-Bukhāri e Muslim riportano da lui un totale di 161 tradizioni. [19]
(3) al-Hasan ibn ʿAlī ibn Muhammad al-Khallāl viene definito [20] in modo simile: «affidabile, e Maestro della scienza degli "ahādīth” che scrisse dei manuali» (thiqa hāfiz lahu tasanif), che ha lo stesso significato del termine "thiqa thabt”. [21]
(4) Bahir (non Buhayr!) ibn Saʿīd è anch'egli "thiqa thabt”. [22]
(5) Baqiyya ibn al-Walīd è citato [23] come «veritiero, ma che di frequente nasconde la sua fonte se debole» (sadūq kathīr al-tadlīs ʿan al-duʿafā'). [24]
(6) Yahyā ibn Abī al-Mutaʿ viene citato [25] come «veritiero» (sadūq). [26]
(7) ʿAbd Allāh ibn al-ʿAlā' viene citato [27] come «affidabile» (thiqa). [28]
(8) Muʿāwiya ibn Sālih viene citato [29] come «veritiero con alcuni errori» (sadūq lahu awhām). [30]
(9) Ismāʿīl ibn Bishr ibn Mansūr viene citato [31] come «veritiero, ma criticato per il suo professare la dottrina del libero arbitrio assoluto». [32]
(10) ʿAbd al-Mālik ibn al-Sabbāh al-Mismāʿī viene citato [33] come «veritiero» (sadūq). [34]

Questo basta come esempio di confutazione delle menzogne e degli attacchi contro questo grande "hadīth”. Chiunque può vedere in maniera sfolgorante le falsità degli innovatori del passato e del presente, ma essi continuano a rigurgitarle qua e là per attirare a sé gli sprovveduti e condurli alla perdizione, come fa il lupo con le pecorelle smarrite. «Essi vorrebbero spegnere la luce di Allāh con le loro bocche, ma Allāh non intende che perfezionare la Sua Luce, anche se ciò dispiace ai miscredenti» (Cor., 9:32).

E il successo viene da Allāh.

Allāh benedica e doni la Pace al Profeta, alla sua Famiglia ed ai suoi Compagni, ed ogni lode appartiene ad Allāh, il Signore dei mondi.

Note

Sono state separate dal corpo del testo per consentire una lettura più scorrevole a chi in prima lettura non è immediatamente interessato alla verifica puntuale delle fonti

[1] Si veda la nota [13] nella seconda parte di questo studio.
[2] Come stabilito da Ibn Abī ʿAsim (m. 287), "Al-sunna”, p. 29, #54.
[3] Come stabilito da al-Ajurrī (m. 360), "Al-sharīʿa”, p. 55. Egli fu uno della Gente della Panca (ahl al-suffa), come riportato da Abū Nuʿaym, "Hilya al-awliyā'”, 1:398-400, 2:390-392, e da al-Sakhāwī, "Al-fatāwā al-hadīthiyya”, pp. 300-301.
[4] Ibn Hajar, "Tahdhīb al-tahdhīb”, III, 118.
[5] Trasmesso come parte di un "hadīth” più lungo riguardante il Mahdī e il Dajjāl, riportato da al-Hākim, "Mustadrak, 4:553 (ediz. 1990, 4:596), il quale, d'accordo in ciò con al-Dhahabī, lo classificò come autentico (sahīh).
[6] Citato in Ibn ʿAbd al-Salām, "Targhīb ahl al-islām fī sakan al-Shām”, Dar al-Fikr, p. 25.
[7] Citato in Ibn Kathīr, "Tuhfa al-tālib”, 2:163.
[8] Per i riferimenti dettagliati si veda la nota [3] presente nella prima parte di questo documento.
[9] Al-Dhahabī, "Mīzān al-iʿtidāl”, I, 374.
[10] Ibn Hajar, "Tahdhīb al-tahdhīb”, II, 34.
[11] Al-Dhahabī, "Mīzān al-iʿtidāl”, 1:374-375 #1406.
[12] Al-Dhahabī, "Mīzān al-iʿtidāl”, Introduzione, 1:3.
[13] Ahmad trasmise da Thawr 34 "ahādīth”.
[14] Ibn Hajar, "Tahdhīb al-tahdhīb”, 2:30.
[15] Si osservi come la prima parte di questa affermazione contiene molto probabilmente un doppio senso, in quanto i "qadarī” non chiamavano se stessi in questa maniera, mentre usavano questo appellativo per i sunniti. Quindi, per quanto Thawr fosse certamente un "qadarī”, egli considerava che tale nome fosse da applicare ai sunniti, e pertanto si spiega come potesse definire malvagio chi fosse un "qadarī”.
[16] Ibn Hajar, nel suo compendio intitolato "Al-taqrīb”, p. 135 #861.
[17] Al-Dhahabī, "Mīzān al-iʿtidāl”, IV, 347.
[18] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #2977.
[19] La classificazione di Ibn Hajar è confermata nella revisione del testo condotta dallo Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e dal Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, intitolata "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 2:149 #2977.
[20] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #1262.
[21] Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 1:276 #1262.
[22] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #640; confermato in Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 1:165 #640.
[23] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #734.
[24] Questa asserzione è contestata in Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, che classifica Baqiyya come trasmettitore «debole» (daʿīf).
[25] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #7649.
[26] Confermato in Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 4:102 #7649.
[27] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #3521.
[28] Confermato in Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 2:250 #3521.
[29] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #6762.
[30] Contestato in Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 3:394 #6762, che lo classifica come «affidabile» (thiqa).
[31] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #426.
[32] Confermato in Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 1:130 #426.
[33] Ibn Hajar, "Al-taqrīb”, #4186.
[34] Confermato in Shaykh Shuʿayb al-Arna'ūt e Dr. Bashshār ʿAwwād Maʿrūf, "Tahrīr taqrīb al-tahdhīb”, 2:384 #4186.

Note dei traduttori

[A] Al-Dhahabī ha detto: «Provo buoni sentimenti per Abū Muhammad [Ibn Hazm] a causa del suo amore per gli "ahādīth” autentici e per la sua conoscenza a loro riguardo, anche se non concordo con lui in molte cose che egli afferma in merito ai Sapienti, ed alle imperfezioni degli "ahādīth” e dei trasmettitori. Nemmeno concordo con lui a proposito delle [sue] disonorevoli controversie relative ai principi ed alle branche della Religione. Sono assolutamente certo che egli si è sbagliato su molti argomenti, ma non lo dichiaro un miscredente, né lo dichiaro fuorviato. Cfr. al-Dhahabī, "Siyar aʿlām al-nubalā'”, 13:540-554 #4172.
[B] Con la parola araba "al-shām” si indica la regione del Medio-Oriente comprendente la Siria, il Libano, la Palestina e la Giordania.
[C] Con l'espressione «
lavori dalle autorità sunnite del "rijāl”» si intendono qui le opere frutto della scienza che studia le biografie dei trasmettitori di tradizioni profetiche (ʿilm al-rijāl) la quale, insieme ad altre scienze come quella relativa all'analisi critica dei trasmettitori (al-jarh wa al-taʿdīl), è una scienza sussidiaria che fa parte del ramo più generale delle «scienze della sunna» (ʿulūm al-sunna).

*

G.F. Haddād, "Del hadīth «Dovete seguire la mia Sunna e la Sunna dei miei diretti Successori Benguidati dopo di me». Repliche agli Sciiti.”. [parte 3 di 3] Traduzione e note a c. di ʿAbd al-Malik e ʿAbd al-Shakūr. © 2004 Abdul-Shakur. Tutti i diritti riservati. Riprodotto con il permesso esplicito dell'Autore del documento originale.

Notizia sul Diritto d'Autore e limitazioni d'uso

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Dio l'Altissimo ha detto: «Rispettate il patto, in verità del patto vi sarà chiesto conto» (wa awfū bi-l-‘ahdi inna-l-‘ahda kāna mas'ūla) (Cor. 17:34). L'Inviato di Dio ha detto: «I musulmani sono tenuti ad onorare i loro impegni», e «L'uso dei beni di un musulmano senza il suo permesso è proibito».




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latest update: Thu, 19 Jul 2007

2006-05-21





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